Il gelso: un patrimonio storico di Gorizia

Il gelso: un patrimonio storico di Gorizia

Recentemente a Gorizia si è tornato a parlare di gelsi. Il Gruppo Operativo del progetto SILK ha deciso di dare voce a due persone: Lubina Debeni già firma di Gorizia News&Views esperta di tematiche naturalistiche e Sonia Kucler, progettista nel settore dell’educazione ambientale ed esperta di storia dell’ambiente.

 

I gelsi di Gorizia –  Liubina Debeni

La zona nord di Gorizia, quartiere Montesanto che confina con la Slovenia, conserva ancora una cinquantina di vecchi alberi di gelso bianco Morus Alba. La zona in questione, poco urbanizzata, è considerata zona strategica in attesa di valutare un piano con progetto transfrontaliero. I gelsi sono sul ciglio di strette stradine di campagna, sulle capezzagne degli arativi, lungo viottoli e il corso del fiume Isonzo. Erano considerati e protetti da leggi e regolamenti emanati dall’Impero Austro Ungarico in quanto di grande utilità per l’industria della sericoltura. In epoca attuale hanno perso il loro valore utilitaristico però, essendo alberi che hanno fatto parte della storia locale, dovrebbero avere acquisito il diritto di essere tutelati, anche ricorrendo alla Legge 14 gennaio 2013 n.10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” in quanto alberi di proprietà sia privata che pubblica.

Nel mese di gennaio 2021 sono stati eseguiti dei lavori di allacciamento della rete idrica lungo le stradine, lavori condotti da Irisacqua e dal Consorzio di bonifica. L’associazione ambientalistica Legambiente di Gorizia temendo che gli alberi subissero danni si è mobilitata facendo notare il problema presso le autorità comunali competenti. Essendo alberi di proprietà privata, con difficoltà a volte di risalire all’attuale proprietario, potrebbero venire inclusi con vincoli di natura urbanistica che è di competenza comunale.

Gorizia era molto conosciuta per l’industria serica e fu qui che nel 1869 venne aperto il primo I. R. Istituto Bacologico Sperimentale dove fare ricerche e studi sulla sericoltura. L’insegnamento veniva dato nelle lingue tedesca e italiana, così come le pubblicazioni. Fu un grande onore per la città che attirò studiosi da tutto il mondo anche dal Giappone. Nel novembre 1870 si tenne a Gorizia il primo Congresso Bacologico Internazionale cui seguirono Udine nel 1871 e Rovereto nel 1872. L’attività dell’Istituto terminò con la Prima Guerra Mondiale.

Salvaguardare gli antichi gelsi del territorio goriziano vuol dire non dimenticare la storia del luogo e delle sue genti.

 

Il paesaggio rurale come memoria e sviluppo di opportunità – Sonia Kucler

Per mantenere e restaurare il paesaggio rurale tradizionale dell’area Nord, piccolo tassello conservatosi dentro la conurbazione Gorizia-Nova Gorica, giunge propizio il progetto SILK che ha accolto la proposta di inserirla, febbraio 2021, nel Censimento delle varietà locali di gelso esistenti nella Regione FVG.

Alla conservazione e tutela dei numerosi gelsi secolari presenti come patrimonio storico si potrebbe affiancare l’introduzione di nuove piante di Morus Alba sia per sviluppare altre opportunità di reddito agricolo locale che per migliorare la biodiversità coltivata di un’area che, sebbene viva con successo il rilancio della rosa di Gorizia, ha subito nel tempo un progressivo impoverimento colturale (persi uso e memoria della ben nota frutticoltura tradizionale dei tempi asburgici). Inoltre, nuovi impianti di gelsi – figli di quelli secolari e da sistemare in siepi, boschetti e filari tra le proprietà – potrebbero innalzare la biodiversità generale dell’area con un netto vantaggio per il paesaggio, la fruizione turistica e urbana, la collaborazione tra le popolazioni mistilingue che qui convivono da oltre un millennio.

Anche Nova Gorica-Gorizia capitale europea della cultura 2025 potrebbe giovarne.

Menu